Io e lo Shinrin-yoku

Io e lo Shinrin-yoku

Fra i  più bei ricordi dei miei primi anni di scuola un posto d’onore è riservato alle frequenti uscite di  classe alla caccia delle  foglie più belle che in autunno tappezzavano le strade intorno alla mia  scuola, caccia che continuavo lungo  il percorso di ritorno a casa. Questa esperienza ha lasciato una traccia indelebile nel mio mondo emotivo. Ancora oggi mi emoziona  e mi meraviglia la vista di un bosco in autunno.

Nello stesso periodo presi la decisone che da  grande avrei fatto il medico. Ho mantenuto fede a questo impegno/sogno affrontando un percorso che mi ha portato ad occuparmi per diversi decenni soprattutto di emozioni e relazioni di e tra  piccoli e grandi. Sono diventata neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta della coppia e della famiglia. Ho approfondito il tema della comunicazione efficace e della comunicazione nonviolenta formando gruppi di  insegnanti, educatori, genitori e giovani volontari. 

Da qualche anno sono in pensione ma continuo a mettere a disposizione delle persone che mi chiedono di condividere con loro un pezzo di strada, la mia esperienza e la mia voglia di contribuire a creare relazioni vicendevolmente significative e gratificanti

Nella vita di ciascuno di noi vi sono degli incontri casuali (ma lo sono veramente?) che aprono scenari nuovi, che ci indicano nuove strade, che ci invitano ad intraprendere nuove avventure, oppure che integrano,  creando una sintesi,  aspetti diversi del nostro vissuto che fino a quel momento avevamo tenuto  separati. 

Il mio incontro casuale (ma lo è  stato veramente?)  con lo Shinrin-Yoku a me ha permesso di mettere insieme il mio amore per i boschi e le mie competenze professionali. L’altro incontro che ha fatto la differenza nel mio percorso di vita è stato quello con Maria Grazia Gravagna, mia compagna di viaggio sulla  strada della meditazione,  nonché maestra di yoga.  

E’ venuta fuori una bella storia che vale la pena di narrare.

Shinrin –Yoku si traduce con Bagno di Bosco  “… è un’avventura di profonda comunione con la natura attuata con tutti i sensi.” (Selene Calloni Williams). Ho guidato diversi gruppi desiderosi di vivere quest’esperienza potente ed intensa. Cos’è un’esperienza? Il vocabolario Treccani ci dice che  è una “circostanza particolare che determina cambiamenti nello sviluppo di una persona o che è materia di nuove acquisizioni.”

I gruppi sono costituiti da un massimo di 10 persone, adolescenti e/o adulti. Questa esperienza  non ha finalità di tipo escursionistico, quindi il livello di accessibilità è alto, la difficoltà  bassa.

Stiamo lavorando per rendere fruibili gli incontri di Bagno di Bosco ai bambini, a gruppi di famiglie con bambini e alle persone con disabilità motorie, psichiche e sensoriali. 

Obiettivo di questa avventura è connettersi , o direi piuttosto ri-connettersi con la natura, e quindi con noi stessi. 

Ogni partecipante  porta nel suo “zaino esperenziale”  materiali ed attrezzi mentali ed emotivi, aspettative e voglia di sperimentarsi, e tanta giocosa curiosità.

Inizieremo  col respirare  nel bosco, poi col bosco fino a diventare bosco noi stessi. ALBERO ERGO SUM.

Esploreremo la natura con tutti i nostri sensi, come se ne facessimo esperienza per la prima volta, proprio come un bambino che entra per la prima volta in un bosco.

Ci fermeremo a meditare, guidati dalla nostra Maria Grazia.

Si sperimenterà una interconnessione profonda con le altre persone del gruppo, proprio come le radici degli alberi. 

Scopriremo insieme che “Il silenzio è cosa viva” (Chandra Candiani)

Sorseggeremo insieme un thè o una tisana, che, vi posso assicurare, avrà un sapore diverso da quello bevuto nel salotto di casa o al ristorante. 

Ci saluteremo col bosco come si fa tra gli amici cari.

Alla fine ognuno forse avrà lasciato nel bosco qualcosa del suo zaino, ma certamente si sarà portato via qualcosa.  Però, come per magia, nonostante possa averlo  riempito fin quasi a farlo scoppiare, lo sentirà stranamente ma sicuramente più leggero.

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